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L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO

(DALLE SCHEDE COLLEGATE ALLA GUIDA INTRODUTTIVA ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE) PARTE PRIMA

Nel nostro Paese, il sistema pensionistico pubblico è strutturato secondo il criterio della ripartizione: i contributi versati da lavoratori e aziende vengono utilizzati per pagare le pensioni di coloro che hanno lasciato l’attività lavorativa; per far fronte al pagamento delle pensioni future, dunque, non è previsto alcun accumulo di riserve finanziarie.
È evidente che in un sistema così organizzato, il flusso delle entrate (rappresentato dai contributi) deve, in linea di principio, essere in equilibrio nel tempo con l’ammontare delle uscite (le pensioni pagate). Se ciò non accade e si verifica uno squilibrio, il deficit ricade sul bilancio dello Stato.
Nel corso degli ultimi trent’anni il sistema previdenziale italiano è stato interessato da riforme strutturali finalizzate:
• al progressivo controllo della spesa pubblica per pensioni, per far sì che non assuma dimensioni troppo elevate rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL)
• all’istituzione di un sistema di previdenza complementare che si affianchi a quello pubblico.
Per comprendere la portata di queste riforme, è importante riassumere– sia pure brevemente– le tappe più importanti dell’evoluzione del sistema pensionistico nel nostro Paese.
Durante gli anni’70, l’Italia è stata interessata da un forte rallentamento dell’economia. Lo Stato ha dovuto affrontare una maggiore spesa a sostegno di coloro che non riuscivano a trovare un’occupazione e delle imprese, anch’esse in crisi; ciò ha contribuito a generare una situazione difficile per la finanza pubblica, determinata dal forte aumento del debito pubblico.
Nel corso degli anni’80, in gran parte dei Paesi industrializzati è maturata la consapevolezza riguardo alla necessità di provvedere al riequilibrio dei conti pubblici attraverso il ridimensionamento della spesa corrente. In Italia, soltanto alla fine del decennio è stata realizzata una manovra di correzione dei disavanzi di bilancio basata sull’inasprimento della pressione fiscale.
A partire dagli anni’90, sono state avviate riforme strutturali che hanno riguardato anche il settore pensionistico.

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