L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO
(Dalle schede collegate alla Guida introduttiva alla previdenza complementare) Parte seconda
In Italia il progressivo aumento della vita media della popolazione ha fatto sì che si debbano pagare le pensioni per un tempo più lungo; inoltre, il rallentamento della crescita economica ha frenato le entrate contributive.
Per far fronte a questa situazione, sono state attuate una serie di riforme orientate a tenere conto delle esigenze di sostenibilità dei conti pubblici:
• sono stati innalzati i requisiti minimi per ottenere la pensione sia con riguardo all’età anagrafica sia all’anzianità contributiva
• l’importo della pensione è stato collegato: a) all’ammontare dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa e non più alle ultime retribuzioni percepite; b) alla crescita del Prodotto Interno Lordo (Pil); c) alla “speranza di vita” al momento del pensionamento
• è cambiato il sistema di rivalutazione delle pensioni in pagamento, non più collegato alla dinamica dei salari reali, ma soltanto all’andamento dell’inflazione
• sono state poste le basi per la creazione di un sistema di fondi pensione complementari, istituiti dalle parti sociali o dagli intermediari finanziari. In tal modo, il complessivo sistema previdenziale del nostro Paese risulta più solido, in quanto maggiormente idoneo a far fronte a diverse possibili evoluzioni future in ambito economico e demografico. Inoltre, la previdenza complementare offre al cittadino la possibilità di disporre, dopo il pensionamento, di un reddito più adeguato ai suoi bisogni in età anziana, anche agevolando la transizione verso il pensionamento.
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